L’altro
giorno è venuto da me un signore per chiedere una dedica sul mio libro.
Mi è venuto da scrivere: «Al signor tal dei tali perché mi aiuti a
rendere i turisti dei pellegrini».
Mi
spiego: la curiosità che viene dall’interno – non quella di prendere
qualcosa da portarsi a casa, il ricordino, la fotografia – parte proprio
dal rispetto. Mentre invece l’industria del turismo, una delle più
orribili del mondo, sollecita solo una curiosità consumistica. Come si
potrebbe recuperarla? Trasformando i tour in pellegrinaggi.
In
realtà il turismo è nato proprio così. In un paese come il Giappone,
per esempio, si andava al monte Fuji come pellegrini, non come turisti.
Quando io sono stato in Giappone mi sono rapato, ho preso il bastone e
ho scalato quella montagna con l’idea del pellegrino che vuole
raggiungere la cima, che sta camminando su Dio, e allora non lascia
cartacce. Se si potesse riportare nel turismo questo atteggiamento, il
rispetto, il senso di devozione, si salverebbero i turisti, che
saprebbero di più quello che fanno e la smetterebbero di continuare a
consumare, e si salverebbe anche il consumabile.
Se
ci si mette a studiare una cosa, come si può odiarla? L’odio
dell’Occidente verso l’Islam risiede in gran parte nel fatto che nessuno
se ne occupa più, nessuno più studia questa cultura. Provate a vedere
quanti studenti all’università studiano l’arabo: pochissimi. È chiaro
che così si aumenta la distanza. Ma se ci si mette a studiare, l’oggetto
del proprio studio diventa anche l’oggetto del proprio amore. Il
rispetto nasce dalla conoscenza, e la conoscenza richiede impegno,
investimento, sforzo.
Tiziano Terzani
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